Scirocco, questo vento deve portarci al teatro! Spesso abbiamo assistito a spettacoli che coinvolgono il pubblico, annullando quell’invisibile diaframma che separa gli attori dagli spettatori creando un ribaltamento che spiazzando lo spettatore gli offre una nuova chiave di lettura di un testo, ma, questa volta, la forza dell’idea di Michele Losi è nel trascinarci non solo sul palco ed ecco qui, il primo ribaltamento, ma di trasformarci tutti in migranti ed ecco il secondo ribaltamento, più forte, più intenso, il mondo alla rovescia degli emarginati.
La folla degli “invisibili” della nostra opulenta ed indifferente società occidentale, ci tocca, ci prende e ci trascina al buio, su una carretta del mare, in un localaccio “on the beach”, in una festa o una rissa, a cercare un lavoro qualsiasi, a bere con loro, sudare, sperare, bestemmiare, piangere, ridere, comprare o vendere fiori, prostituirsi: noi diventiamo loro, perché siamo loro, perché portiamo in noi, nel nostro ventre molle lo stesso seme del male.
In scena cinque bravissimi attori o meglio “provocattori”, nel senso più dolce e nobile del termine, sono i nostri Virgilio, guide per l’inferno dei vivi, mentre, dal vivo, una band di diavoli scatenati ci frusta con note per danzare o ascoltare, per non lasciarci mai soli nella nostra comune dannazione vissuta tutti insieme sul palco del Guanella.
Cosa dirvi gente se non di tornare a teatro, di mollare, anche solo per una volta, la vostra tessera per il distributore di dvd o di videocassette a nolo, per passare un’ora sul palco con gli attori e i musici di “Scirocco” e vivere, vivere, vivere!
di Marcello Sinigaglia
Teatro Guanella
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