Una di queste sere, uscendo dalla redazione, mi sono incamminato a piedi per Corso Lodi. Era tarda sera e per la strada le persone si contavano sulle dita della mano. Avevo dimenticato che stesse per arrivare Natale, se non fosse stato per stelle comete o alberi luminosi. Vi confesso che quest’anno ho fatto in tutti i modi per evitare i centri commerciali: lì forse mi sarei ricordato che eravamo in clima natalizio, tra le corse frenetiche per gli ultimi acquisti e il solito dilemma per scegliere il regalo giusto e fare centro.
Ahimé, la festa del consumismo si è trasformata in un rito per i grandi mentre i più piccoli, affidandosi alla forza della propria immaginazione, si accingono a scrivere qualche riga a Babbo Natale con la speranza di ricevere il fatidico “dono”. Ma cosa è questo dono? L’ultimo modello del cellulare “extra-terrestre” o la capacità di guardarci attorno? Pensate un attimo a quanto sia stata l’ultima volta che vi siete guardati attorno. Sì, girarsi intorno senza sbagliare stagione, senza rischiare di mischiare l’indifferenza con la presunzione di pensare che stiamo andando nella giusta direzione.
Io non lo facevo da parecchio e sinceramente mi sono accorto che “la giusta direzione” non sosta mai dove ci farebbe più comodo: magari regalando qualche monetina allo sfortunato alla fermata della metropolitana, partecipando in prima fila alla manifestazione di protesta per far smettere questa o quella guerra (sarebbe comunque un bel Natale se tutti quelli al fronte trascorressero questo giorno nelle loro case!), diventando polemici protestanti di mestiere. Il Natale a Milano non è più lo stesso e non occorre andare lontano. Se poi ci affidiamo alla memoria storica di un papà o di nonno sarà più facile capire che un Natale in bianco e nero – più povero ma bello – resta una memorabile polaroid da conservare nel taschino della nostra vita. Diciamocelo senza peli sulla lingua che questo “Natale a colori” di inizio millennio si impoverisce sempre di più.
Colpa nostra o di chi ci sta attorno? Forse più nostra, perché dovremmo essere i primi a fare qualcosa ma come sempre ci tiriamo indietro. Prima di scambiarci gli auguri, sarebbe il caso di inziare a guardarci attorno. Io ci sto provando così come sono convinto stia facendo ognuno di voi, caro lettore e cara lettrice, perché la speranza resta sempre un airone per far volare i nostri autentici desideri. Adesso sì che è arrivato Natale. Buon Natale a tutti, da me e da tutta la redazione.
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