Lo raggiungo al telefono mentre è in partenza per Sorrento dove presentano “ Prime
novità dalle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento” e lui è coprotagonista di Una
cella in due, inedita accoppiata comica BattistaSalvi. Chi ha visto il trailer dice che sia
esilarante senza, udite udite, parolacce!
Il film racconta di due amici Enzo Salvi e Maurizio Battista che finiscono in carcere, si
trovano ad evadere, ma vogliono rientrarci… un road movie comico che uscirà nel 2011.-Giovedì 2 dicembre invece debutterà e resterà in scena 4 giorni nel tempio della comicità
milanese, il Ciak-Fabbrica del Vapore,Via Procaccini 4 con lo spettacolo “Sempre più
convinto”.
Battista è un fiume in piena: parliamo per mezz’ora ed è come se ci conoscessimo da
sempre. Saltano subito agli occhi (in questo caso alle orecchie), la sua semplicità, la forte
romanità ma anche una sensibilità molto delicata. Per noi “nordici” Battista è una scoperta
recente; prima appariva in qualche programma televisivo (Partita doppia, Seven show,
Tempi moderni), in qualche particina in fiction, ma il meglio è stato scoperto da un paio di
anni su Sky a Comedy Central. Perché se è così bravo? Soprattutto perché è pigrissimo e
incapace di restare fuori casa più di qualche giorno, quindi questa trasferta milanese è un
evento (per il momento) unico.
Gli chiedo come mai fa tutto da solo, è autore e attore:
B.: Ho provato a farmi scrivere dei testi da altri, ma restavo imbalsamato, io lo spettacolo
lo preparo d’istinto pescando nella quotidianità, un vero work in progress.
Quando ha cominciato a recitare?
B.: Sul serio nell’89, ma fin da ragazzino mi esibivo nel bar di famiglia, mi veniva
spontaneo, raccontavo storie prendendo spunti da cose semplici, banali, ma che
raccontate da me facevano ridere! Adesso adoro essere al centro della scena, scegliere i
due o tre malcapitati della prima fila su cui centrare la trama dello show, prenderli in giro,
scherzare, ma senza oltrepassare il confine del buon gusto e del rispetto.
Possiamo dire che la comicità ce l’ha nel dna?
B.: Si, all’inizio mio padre (prima della sua scomparsa) e poi mio fratello minore che fa
l’imprenditore, facevano ridere con poco. A Roma i tipi così li chiamiamo affettuosamente
“cazzari”, con licenza parlando!
E’ difficile stargli dietro, anche al telefono, vieni travolto dalla simpatia e ti accorgi non
volendo di essere la sua spalla in uno show nato mentre lo intervisti. Incredibile!
Elisabetta Paseggini