Photofestival 2020 ospita cinque nuove esposizioni che propongono generi e tematiche differenti: lo sport in bianco e nero del Canon Ambassador Alessandro Trovati, i popoli eredi di culture antiche nelle foto di viaggio di Paolo Pobbiati, la Milano verticale di Angelo Impiduglia, la ricerca dell’infinito di Marzia Rizzo, le fotografie di scena di Benedetta Pitscheider
Dal 19 ottobre al 3 novembre Palazzo Castiglioni (corso Venezia 47) accoglie un secondo ciclo di mostre di Photofestival 2020. Si tratta della rassegna milanese di fotografia d’autore.
Riguarda ora cinque nuove esposizioni di autori affermati ed emergenti dai generi molto vari. Dallo sport alla fotografia di viaggio, dalla ricerca al reportage di scena.
Lo sport in b/n
Alessandro Trovati con Lo sport in bianco e nero è tra i protagonisti di Photofestival 2020. Un progetto per raccontare la bellezza e l’anima dello sport. Una formula intima che svela il senso delle sue storie, con cui rende atleti leggenda, oltre il tempo.
Matematica e musica
Marzia Rizzo parte invece dalla successione di Fibonacci e dalla sezione aurea. Così facendo la fotografa ricerca il canone estetico di bellezza assoluta unendo sequenze d’immagini come se fossero una partitura musicale. Un viaggio fotografico di grande rigore che mostra la stretta correlazione tra linguaggio matematico e linguaggio musicale.
La bellezza di Milano Verticale
Angelo Impiduglia con Milano Verticale è tra i protagonisti di Photofestival 2020. Lo sviluppo verso il cielo, i grattacieli e i palazzi svettanti. L’amore per una città, per le sue metamorfosi, il desiderio di immortalare l’aspirazione dei milanesi a salire in alto, ma anche il pericolo che si nasconde dietro alla corsa alla trasformazione di Milano in città-gioiello.
Photofestival 2020: Immagini dal mondo
Si prosegue con Paolo Pobbiati e Istantanee di mondi perduti. Mondi abitati dai pigmei del Congo, i kalash che vivono fra Pakistan e Afghanistan e si considerano discendenti dell’esercito di Alessandro Magno. I gurung e newari dell’Himalaya, i beduini del Sinai. I nomadi tibetani e mongoli, gli uomini renna della Mongolia, gli hafar della Dancalia. Mondi che scompariranno o si trasformeranno.
Danza essenzialmente danza
Benedetta Pitscheider, L’occhio discreto, è invece un reportage di fotografie di scena che si svolge sopra al palco, dietro le quinte. Tra le sale prova, scenografie minimaliste e studi di posa. A fare da filo conduttore nelle fotografie di Benedetta Pitscheider è il gesto rappresentato dalla fisicità dei ballerini del Milano Contemporary Ballet. Mani che si tendono e che toccano, corpi che tracciano segni e che esplorano.
L’orario della mostra è da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 18.