In esposizione in centro a Milano fino al 20 febbraio una “concept-mostra” di Ivan Cattaneo, quadri caratterizzati da un linguaggio pittorico polimaterico di grande impatto visivo e ognuno in correlazione con l’altro
Definire Ivan Cattaneo un artista poliedrico è riduttivo. Probabilmente il termine che si avvicina di più al suo spirito precursore e anticonvenzionale potrebbe essere “caleidoscopico”. Se la maggior parte del pubblico lo conosce come cantante pop gay, probabilmente pochi hanno ascoltato per intero la sua vasta discografia che lo rivela essere un cantautore estremamente raffinato.
Molto probabilmente sono meno quelli che lo seguono come pittore. I suoi esordi in questo campo risalgono al 1973, ospite nelle più prestigiose gallerie d’Europa e inventore della teoria del T.U.V.O.G, l’arte di stimolazione dei cinque sensi (tatto, udito, vista, olfatto, gusto) che anticipava la multimedialità di oggi. Per rimediare alla lacuna potete approfittare di L’Eterno-Ritorno, mostra personale visitabile presso il Salotto di Milano, prestigiosa location in corso Venezia 7, che si descrive come la prima shopping house del lusso.
L’Eterno-Ritorno di Ivan Cattaneo
Composta da dieci nuove opere su tela con cornice dorata che misurano circa 2 metri per 1,50 ognuna, ogni quadro, a cui è accostato un foglio di testo, è in connessione con gli altri. Secondo le parole dell’artista, l’insieme rappresenta un ritorno al Big Bang, il momento in cui l’universo si espanse ma poi è tornato indietro. Immaginate un grande sbadiglio cosmico, dove l’universo apre la bocca per poi richiuderla e tutti si ritorna a casa. Un momento in cui la preistoria dell’uomo si ricongiunge alla tecnologia moderna. Due antitesi che si ritrovano riavvicinate nelle colorate tele, provocatorie, spiazzanti e ricche di uno straordinario gioco di sovrapposizioni e accostamenti.
“Senza i gay non ci sarebbe la Cappella Sistina”
Ivan Cattaneo è stato anche un militante LGBT italiano della prima ora. Per rivendicare i diritti degli omosessuali, nel 1976 prese parte al terzo Festival del Proletariato Giovanile organizzato dalla rivista Re Nudo al parco Lambro insieme a Mario Mieli (che gridava “Lotta dura contro natura!”, scatenando nella folla scandalo e apprezzamento). Senza peli sulla lingua dice: “Senza i gay non ci sarebbe la Cappella Sistina”. Come dargli torto?