Laureata in filosofia e medicina, si dedica da tempo all’agopuntura e alla passione per la Cina
Ecco l’intervista a Elisa Rossi che ha appena pubblicato per Nottetempo un romanzo che unisce i suoi mille interessi: Quando il drago muove la coda. Un po’ giallo, un po’ spy story, un po’ poliziesco e un po’ thriller: è una storia di furti di reperti archeologici cinesi che si snoda proprio tra Cina e la nostra Milano, con un turbinio di personaggi e microstorie. Un posto speciale è riservato però all’Yi Jiing e al personaggio di Liu Hong. Cominciamo proprio da lei.
L’intervista a Elisa Rossi
Liu Hong, la protagonista del romanzo, è molto complesso: ha una forte etica e morale, ma la sua condotta è per certi versi controversa. Come è nata la sua figura?
“I personaggi si creano da sé. Da psicoterapeuta mi sento poi di dire che in ogni personaggio ci sono pezzi di noi e di chi ci è vicino, certi lati un po’ estremi di ciascuno di noi. Liu Hong è un’integralista: la sua morale è al di sopra di tutto, è assoluta, ma è anche vero che impiega la sua conoscenza delle tradizioni cinesi in modo strumentale, a differenza della saggia maestra Ai Lixiang. Inoltre in lei si incontrano gli aspetti appunto tradizionali della cultura cinesi con quelli più moderni”.
Il libro tocca un’ampia varietà di temi: l’arte cinese ed europea, la bioingegneria, la finanza, la medicina tradizionale cinese. Tutto questo è il frutto sicuramente di lunghe ricerche, relativamente alla cultura cinese, ci può spiegare com’è andato il suo incontro e la sua ricerca di informazioni?
“Io sono stata per la prima volta in Cina nel 1983 e poi ci sono tornata un’altra decina di volte circa, trascorrendovi molto tempo. Solo negli anni più recenti la stampa italiana ha prestato reale attenzione alla Cina e al modo in cui si muoveva nel mondo, perciò per tenermi informata mi sono affidata a China Daily e ad altri giornali internazionali. Credo di aver rischiato di essere didascalica a tratti, ma se Lei crede che il romanzo sia equilibrato, ne sono contenta”.
Lei è un medico specializzato in agopuntura, Quando il drago muove la coda è il suo primo romanzo? E come viene vista la sua professione a Milano e in Italia?
“Ho pubblicato alcuni titoli sull’agopuntura e sui suoi aspetti psichici, ma questo è il mio primo libro narrativo. Da medico agopuntore devo constatare come ormai questa pratica sia ampiamente accolta e riconosciuta nella sua coerenza. Nella mia esperienza, ho tenuto anche dei corsi brevi presso la Facoltà di Medicina di Milano”.
Parlare di Cina, cultura e popolazione cinese, qui a Milano fa venire subito in mente la situazione di Via Paolo Sarpi e strade limitrofe (dove per altro è ambientato parte del romanzo). Si sente di esprimere un parere sulla situazione della cosiddetta Chinatown?
“Non sono un sociologo e non ho competenze in materia per poter esprimere giudizi, ma posso dire che credo ci sia da entrambe le parti il desiderio di vivere insieme”.
Ormai la Cina viene vista come un superpotenza da temere, soprattutto per gli scossoni economico – finanziari che continuerà a causare sull’equilibrio occidentale. Lei è un’esperta conoscitrice del mondo cinese: cosa pensa a riguardo?
“Anche in questo caso non mi sento sicura di un’analisi dettagliata, ma il mondo è da sempre in movimento e quindi accade che i “pesi” si spostino. La questione è trovare modi per evitare che tali cambiamenti diventino causa di violenza eccessiva. In Cina si dice che l’elemento fondamentale è il movimento continuo. Non sempre le cose vanno bene, occorre trovare il modo per farle funzionare”.
Elisa Rossi, ha qualche lettura da consigliare a chi vorrebbe addentrarsi maggiormente nel pensiero cinese?
“E’ molto bello e interessante il libro sull’Yi Jing di Cyrille Javary – citato nei miei ringraziamenti – che però al momenti è reperibile solo in francese, sarebbe stupendo se un editore decidesse di farlo tradurre in italiano”.
Il finale del suo libro è inquietante e lascia un punto interrogativo su una possibile nuovo, potentissimo virus in circolazione a Taiwan: perché questa scelta?
“La bioingegneria e la manipolazione genetica possono creare il rischio più grande che possa correre il genere umano. Il resto sono noccioline”.
Un’ultima domanda quasi banale: Elisa Rossi è soddisfatta di questa sua fatica letteraria?
“Assolutamente sì, ne sono felice. Il romanzo ha preso vita, spazio e forma in modo autonomo, prendendo forza dagli elementi della mia vita”.