Ri-scatti racconta la schiavitù contemporanea di prostitute vittime della tratta nell’hinterland milanese. La mostra al PAC a ingresso libero fino al 25 ottobre
Oltre ottanta fotografie fortissime. Una realtà scottante, scomoda e a tratti agghiacciante. La condizione di schiavitù in cui nel 2020 versano ancora le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale nell’area metropolitana della Grande Milano. Ri-scatti è un inedito racconto per immagini realizzato da sette prostitute dell’hinterland milanese. Tre rumene, due nigeriane e due transgender peruviane. Scattano loro stesse delle fotografie rappresentative della propria realtà, fatta sì di strada, ma anche di vita quotidiana. E così si raccontano. Ri-scatti. Per le strade mercenarie del sesso è in programma fino al 25 ottobre a ingresso libero, organizzata per il sesto anno consecutivo insieme al PAC Padiglione d’Arte contemporanea di via Palestro 14 da Ri-scatti ONLUS. Si tratta dell’associazione di volontariato milanese che dal 2014 realizza progetti di riscatto sociale attraverso la fotografia – e promossa dal Comune di Milano con il sostegno di Tod’s. Da giovedì a domenica, ore 11-20
Le istantanee esposte durante la mostra, infatti, saranno messe in offerta e il ricavato sarà utilizzato per supportare le attività di Associazione Lule ONLUS, a sostegno delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
Le immagini
Le donne hanno nomi fittizi presi a prestito dal romanzo Piccole donne. Di età compresa tra i 19 e i 50 anni, talvolta mamme di bambini, qualcuno ancora neonato, altri adolescenti. Con affitti da pagare e spesso genitori a carico. Vivono per lo più a Milano, alcune al massimo nell’hinterland. Schiave di uno dei mercati più spietati al mondo, strappate dai loro Paesi con promesse, inganni e violenze, per offrirsi al consumatore finale, per lo più italiano, che a sua volta le usa, talvolta le picchia e talaltra le deruba.
I loro Ri-scatti raccontano un mondo emarginato e spietato. In Italia le vittime di tratta sessuale sono circa 70mila, di cui solo 4mila in Lombardia. Una su 4 è minorenne.
Maggiori informazioni sulla mostra qui.