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Settembre

Linus: la corsa, la DeeJay Ten e l’amore per Milano

La passione per la corsa e per la bicicletta. Il successo della “sua” DeeJay Ten. E, naturalmente, l’amore per la sua città, Milano. Riproponiamo la nostra intervista a Linus fatta qualche tempo fa, prima di rincontrarlo in occasione di Milano Bike City 2019

Jeans, scarpe da tennis e giacca sportiva. Basta una sola occhiata a Linus e al suo passo atletico per capire che correre, per lui, è molto più di una passione. Tanto da aver dato vita alla DeeJay Ten, una corsa non competitiva di dieci chilometri che si snoda nelle vie di Milano. Nel 2005, anno in cui è nata, hanno partecipato 2500 persone. Arrivati all’undicesima edizione, i partecipanti oggi sono cento volte tanti, con ben 25mila iscritti.

Il segreto del suo successo? L’abbiamo chiesto proprio a lui che, in questa tenuta così casual, ci racconta come la DeeJay Ten offra ai milanesi la possibilità di rimpossessarsi della città. “La sensazione – confessa – è quella di sentirsi eroi per un giorno“.

Deejay Ten Milano 2019, tutte le informazioni QUI

Milano città sempre di corsa. Non sembra solo un cliché, almeno a giudicare dal grande numero dei partecipanti alla DeeJay Ten.
La corsa a Milano ha sempre avuto un ruolo molto importante, c’è una lunga tradizione di runners. Una volta era solo per loro, i veri appassionati. I numeri grandi li fai quando la corsa entra nella vita quotidiana di una persona normale, cioè di uno che non sempre va a correre tre o quattro volte la settimana. Ecco, loro prima non partecipavano alle corse, oggi invece sì. E sono tanti.

A proposito di gente che corre, ti sei autodefinito un runner social. Cioè?
Amo correre con altre persone. Ho un gruppo di vittime, nel senso che si adeguano ai miei impegni. Mi piace molto questo ruolo un po’ di capobranco, come se fosse una famiglia allargata. Condividiamo questa passione da quindici anni circa. È un bel modo per avere un mondo parallelo rispetto a Milano e alla vita quotidiana.

La montagnetta di San Siro per me è come Cortina, un luogo meraviglioso.

Però correte proprio a Milano. Dove? Posti preferiti?
Grazie alla corsa ho scoperto delle zone che amo e avevo sempre trascurato. La montagnetta di San Siro, ad esempio, per me è come Cortina, un luogo meraviglioso. E poi c’è il triangolo dei parchi, cioè il Parco di Trenno, il Parco delle Cave e il Boscoincittà. Sono le zone vicino a casa mia di cui conosco ogni sasso, ogni buca, ogni curva. E nei periodi in cui non potevo correre – ho avuto molti problemi nell’ultimo anno con il tendine – mi mancavano veramente tanto.

Restiamo a Milano. Linus, ci racconti un ricordo a cui sei particolarmente legato?
Banalmente Piazza del Duomo, la cartolina di Milano. È come se io la potessi sfogliare e vedere in centomila versioni differenti, e ogni versione rappresenta una pagina della mia vita. Ho una foto a quattro anni sul sagrato con i piccioni, come tutti i terroni degli anni Sessanta, io ero uno di loro. In testa ho anche le foto in bianco e nero, con le macchine che passano in Piazza del Duomo. Ancora, sono legato alle immagini di me che arrivo al traguardo della maratona. E domenica avrò la foto di noi che partiamo, sempre da lì.

E in quella foto ci saremo anche noi. Per allargare le fila delle ragazze che, Linus ci dice, non partecipano alle corse numerose come in altri paesi occidentali. Nessun problema: ci stiamo lavorando, anzi, allenando su.

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