Slovenia, terra di confine, piena di tesori, tutti da scoprire. Ecco il nostro tour tra sapori, profumi e incontri sulla riviera adriatica
A ricordo di una grande storia d’amore, con tanto di lieto fine, in piazza Tartini, la principale di Pirano, in Slovenia, c’è una scritta non facile da notare. Lasa pur dir, ovvero “lascia che dicano”, in veneto. Questa frase, si narra, venne pronunciata da un nobile di Venezia alla sua ragazza, una donna piranese di umili origini che temeva le dicerie della gente del posto sulla loro relazione. Parole che dicono tanto di questo piccolo borgo sulla costa adriatica, crocevia di culture che porta con sé antiche storie da raccontare. Il nostro viaggio in Slovenia parte da questa cittadina, romantica in ogni suo angolo, che sembra una piccola Venezia.
La perla della Slovenia
È difficile perdersi nella minuscola Pirano. Con il suo dedalo di viuzze, la cittadina è ricca di piazzette e angoli nascosti che fanno sognare. Se ci si distrae un attimo sembra di muoversi tra le calle veneziane, ma la vista dell’orizzonte è sempre presente. Tra vie e piccole piazze, la cittadella è piena di botteghe, locande, musei e monumenti storici dove poter conoscere più da vicino la cultura e la storia dei piranesi. Le vie sono “storte” per smorzare la forza del vento, la bora che qui soffia a volte fino a 110 chilometri all’ora. Da qui sono passati personaggi illustri della storia, tra cui un importante violoncellista del Settecento Giuseppe Tartini, noto per il suo Trillo del Diavolo, che diede il nome alla piazza principale affacciata sul mare e che qui nacque.
Pirano, una città di confine
Pirano, infatti, insieme alla Slovenia è indipendente soltanto dal 1991 dall’amministrazione militare jugoslava. In quanto porto nevralgico e punto di confine, la città ha visto il susseguirsi di tante occupazioni. Dal dominio veneziano a quello asburgico, per passare a quello napoleonico all’occupazione tedesca, questa città porta con sé pezzi di storia. Come le persone che ci vivono, come la nostra guida che, dopo una nota storica, aggiunge un racconto sulla vita della sua nonna. Maria, una donna di Trieste che per amore lasciò la grande città per vivere nelle romantiche campagne delle saline di Sicciole e Strugnano. L’amore di nuovo pervade queste terre.
La storia, infatti, è presente in ogni edificio a Pirano, dalla Casa Veneziana, in stile gotico, alla chiesa barocca di San Giorgio che si erge sul collina fino al Convento di San Francesco, l’antico luogo di ritrovo, un’antica forma di social network, commenta la guida. Su questa lunga e sottile striscia di terra che si affaccia sul Mar Adriatico a soli 30 chilometri da Trieste sorge questo incantevole borgo di origine medioevale circondato di un mare cristallino.
Le saline, i villaggi istriani e la thalasso spa a cielo aperto
Intorno la campagna e le distese di saline, uno dei principali commerci di questa zona da secoli. Il Parco Naturale delle Sicciole ha una storia antichissima e ancora oggi è uno dei principali fornitori di sale del paese. Qui è possibile scoprire come avviene la raccolta del sale, una storia che viene narrata nel grande museo delle saline a Fontanigge, sulla strada per Portorose.
La caratteristica unica di questo parco è che al suo interno c’è un centro di thalassoterapia, il Lepa Vida, dove da maggio fino a ottobre si possono testare i benefici della salamoia e del fango delle saline in una spa all’aperto. Ma anche solo una passeggiata tra le saline di Strugnano, lungo il percorso di pellegrinaggio che porta fino alla croce che si trova in cima alla falesia, è un’esperienza unica.
A pochi minuti di auto da Pirano, inoltre, si possono raggiungere gli antichi villaggi istriani, circondati da uliveti, vigneti e frutteti. Da Pirano, poi, parte una splendida passeggiata lungo mare che conduce a Portorose, località di vacanza e di cure termali con ristoranti gourmet di tutto rispetto, come il Rizi Bizi.
Portorose, dove nasce la remise en forme
Nella piccola Portorose la tradizione del benessere è iniziata intorno al 1200. Quando sulle colline affacciate su questo splendido braccio di mare si insediò una missione di monaci benedettini. Questi, all’interno del Monastero di San Lorenzo, curavano i dolori reumatici e gli ascessi con le acque saline e i fanghi. Questa tradizione è stata poi approfondita dall’Impero Austroungarico che fece della cittadina uno dei principali luoghi di villeggiatura della Monarchia e in seguito uno dei centri balneari e una delle stazione termali più apprezzate in Europa.
Ma l’origine termale è assai più antica. Qui le acque termale hanno ben 42mila anni e uno dei posti migliori dove poter testare tutti i benefici di queste sorgenti sono le Terme Portoroz del gruppo LifeClass Hotels & Spa. In questo contesto si trovano ampie piscine di acqua benefica e un Sauna Park di oltre mille metri quadrati con sette diversi tipi di saune. Tra cui la grotta gelata e la sauna del sale e del bagno a vapore marino dove viene usato il sale delle saline di Sicciole estratto secondo il metodo tradizionale. Un’altra location dove concedersi una coccola speciale e vivere a pieno lo spirito di Portorose è la Rose Spa del Kempinski Palace Portoroz.
Esperienze istriane, tra branzini, olio evo e tartufi
Oltre al sale, alle cure termali, alla natura rigenerante e all’ottimo cibo, questa parte della Slovenia istriana ha anche altre tre perle tutte da scoprire. Una cultura ammirevole per la produzione del territorio, in particolar modo per il pesce. Una realtà sorprendente è quella di Fish Fonda Farm, una famiglia di biologici che da 13 anni si dedica con passione e attenzione all’ambiente e all’allevamento di branzini e cozze.
L’altro aspetto da conoscere è quello dei produttori di olio d’oliva extra vergine. Come, per esempio, quello prodotto da Gramona Farm. Una fattoria immersa nel verde dove vive Nina Froggatt con la sua famiglia con cui produce un olio di rara bontà e che non ha nulla, o poco, da invidiare a quelli italiani. In entrambe le realtà è possibile vivere “un’esperienza”. Ovvero passare una giornata con i produttori per conoscere la loro storia e i segreti delle loro tradizioni produttive e gastronomiche.
Il terzo aspetto gourmet è il tartufo. D’estate nero e d’inverno bianco servito in tavola con i fuzi, come nel tipico ristorante dell’entroterra, il Na Burji, situato nel paesino di Nova Vas. Ma prima di degustare le delizie locali è possibile vivere una emozionante caccia al tartufo prenotando qui.
Per informazioni: Ente per il turismo Portorose
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