La diagnosi integrata del tumore alla prostata? Gli esperti del Columbus Clinic Center ci spiegano quanto sia essenziale un approccio diagnostico multiplo
Cos’è la diagnosi integrata? Perché è fondamentale nel caso del tumore alla prostata? Ce lo spiega il Dott. Carlo Bellorofonte del Columbus Clinic Center, autorevole esperto in materia, specializzato in Urologia e Andrologia. “La Diagnosi Integrata si basa sull’esecuzione di molteplici esami con diverse metodiche al fine di ottenere una diagnosi quanto più accurata nell’individuazione del carcinoma alla prostata“, spiega. Ecco, allora, nel dettaglio, tutti gli esami e tutto quello che è importante sapere.
PSA o Antigene Prostatico Specifico
Il PSA è un enzima prodotto dalle cellule prostatiche, non dalla neoplasia. Da queste può essere rilasciato nel sangue. Un elevato valore di questo marcatore può essere indice di un tumore alla prostata. Tuttavia può essere alterato anche in caso di infezione (prostatite) o Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB). Il PSA è stato quindi associato ad altri parametri ottenendo così due differenti indicatori diagnostici: PSA VELOCITY e PSA DENSITY. Il primo valuta l’incremento dei valori dell’enzima in un determinato lasso di tempo: è dimostrato come negli uomini affetti da tumore della prostata questo valore cresca rapidamente. Il PSA DENSITY invece mette in rapporto il PSA con le dimensioni della ghiandola prostatica.
Diagnostica Elettromagnetica
La diagnostica elettromagnetica è una moderna tecnica per la diagnosi dei tumori della prostata creata per evitare i disagi delle più invasive indagini tradizionali. A differenza di queste ultime, infatti, la sonda viene applicata esternamente all’area da analizzare ed è in grado di esaminare, tramite l’emissione di onde elettromagnetiche, la ghiandola prostatica. Questa tecnologia non solo non è invasiva ed ha tempistiche molto ridotte (pochi minuti), ma si rivela anche accurata nel 90% dei casi nel riscontrare anche lesioni piccolissime.
Esplorazione Rettale (DRE)
L’Esplorazione Rettale consiste nella palpazione della prostata per via rettale. È uno dei metodi diagnostici più invasivi e fastidiosi e, benché utile per verificare la presenza di un indurimento della ghiandola, rimane ad oggi poco accurata poiché non consente neppure l’esplorazione completa della ghiandola prostatica.
Uroflussometria
Attraverso questo esame si misura il flusso di urina al momento della minzione. Questa analisi si esegue con un flussometro che registra e presenta in maniera grafica il flusso di urina. La qualità del flusso urinario è importante nella decisione terapeutica di questa patologia.
Ecografia Prostatica Transrettale (TRUS)
L’Ecografia Prostatica Transrettale è un’altra tecnica indicata per rilevare possibili carcinomi della prostata. L’indagine prevede l’uso di una sonda ecografica che inserita nella cavità rettale utilizza ultrasuoni per produrre immagini dell’area prostatica. Con l’ausilio di questa apparecchiatura si eseguono anche le biopsie prostatiche ed è possibile calcolare il PSA DENSITY.
Risonanza Magnetica Multiparametrica
La Risonanza Magnetica Multiparametrica Prostatica (mpMRI) è utile nei soggetti con elevato sospetto di tumore della prostata, soprattutto se già con precedenti biopsie risultate negative. Il macchinario si basa sull’uso di campi magnetici per creare immagini della ghiandola prostatica. Con particolari sequenze usate per l’analisi del tessuto prostatico si possono localizzare aree maggiormente sospette per malattia neoplastica.
Biopsia prostatica transrettale ecoguidata con TECNICA FUSION
La biopsia prostatica consiste nella sovrapposizione, o fusione, in tempo reale delle immagini ottenute precedentemente con la risonanza magnetica multiparametrica con quelle dell’ecografia prostatica transrettale. Si raccolgono campioni mirati delle aree sospette e, se necessario, si esegue una campionatura casuale del resto della ghiandola prostatica. La biopsia richiede circa 20-30 minuti e viene eseguita sotto sedazione in modo da evitare qualsiasi disturbo al paziente. Si effettua in ultima battuta solo dopo che il percorso di diagnostica integrata ha mostrato un ragionevole dubbio di presenza di malattia tumorale prostatica.
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