“Il vino, il grande vino, è la somma della cultura di un luogo”, recita la Treccani. “Il vino è un composto di umore e luce”, diceva Galileo Galilei. Il vino è insomma emozione, tradizione, cultura, amore, passione. Nel Belpaese, l’arte di produrlo risuona nei nomi altisonanti delle grandi famiglie che ne hanno fatto la storia: Gaja, Frascobaldi, Ricasoli, Antinori, Tasca D’Almerita, per citarne alcuni. Il valore aggiunto è racchiuso proprio nella sua storia millenaria, nello spirito dei vignaioli che lo producono, nell’unicità di un vigneto. Ma soprattutto nella versatilità di eccellenze simbolo del Made in Italy nel mondo, frutto di lavoro e di creatività tutte nostrane.
Sulle orme di Luigi Veronelli, che per primo ha tracciato una geografia del vino italiano, abbiamo intrapreso un viaggio da Nord a Sud della penisola, nei santuari delle storiche famiglie produttrici dei più pregiati nettari nazionali.
LOMBARDIA E TRENTINO
In Trentino punta all’innovazione l’ultima generazione della famiglia Lunelli degli spumanti Ferrari (proprietaria anche dell’acqua minerale Surgiva e Grappa Segnana, oltre a possedere l’80% del capitale Bisol) guidata da Matteo, Marcello, Camilla e Alessandro. Famiglia del vino dell’anno per il mercato tedesco, Sparkling Wine Producer of the Year 2015 e 2017 per quello inglese. Anche nel 2016 The Champagne & Sparkling Wine World Championships, la più autorevole competizione internazionale dedicata alle bollicine.
Il prestigioso concorso inglese organizzato da Tom Stevenson ha premiato (con ben 5 medaglie d’oro) anche la famiglia Ziliani, produttrice in Lombardia delle superbe bollicine firmate Guido Berlucchi, la cantina più grande in Franciacorta, che negli ultimi anni ha investito molto in sostenibilità. È presidente del Consorzio Franciacorta Vittorio Moretti, patron di Bellavista e Contadi Castaldi, azienda innovativa che punta ai vigneti più evocativi e ai vignaioli più appassionati per dà vita a bollicine dall’equilibrio completo e complesso.Fautore di eccelso Franciacorta dal finissimo perlage Maurizio Zanella di Ca’ del Bosco, protagonista, grazie alla sua vocazione artistica, del rinascimento enologico italiano.
PIEMONTE E VENETO
Ha portato il vino piemontese nel mondo Angelo Gaja, il Re del Barbaresco, dal 1961 a capo dell’omonima azienda con oltre 150 anni di storia. Oltre al leggendario Barbaresco 1859, che Wine Spectator ha definito “the finest wine ever made in Italy”, il miglior vino mai prodotto in Italia, gli ottimi Costa Russi e Sorì Tildin, Sorì San Lorenzo, Darmagi e poi Sperss, Conteisa, i bianchi Alteni di Brassica e Gaja&Rei.; Una realtà unica, che si avvale di agronomi e scienziati per tenersi sempre al passo coi tempi, in un territorio virtuoso come il Roero e le Langhe, Patrimonio dell’Umanità. “La qualità del vino è legata non solo alle proprietà organolettiche, ma anche alla storia, alla politica, alla disciplina della terra, che chiamo genius loci”, sostiene Gaja. Ambasciatore del Piemonte e dell’Italia nel mondo anche Ceretto: oltre settant’anni di lavoro e tre generazioni con quartier generale nella Tenuta Monsordo Bernardina di Alba, ricavata da un antico casolare ottocentesco. In provincia di Cuneo, la famiglia Toso, da più di cento anni alla guida dell’omonima cantina di Cossano Belbo, promuove la naturale saggezza del bere producendo il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante.
In Veneto, è “l’anima del Lugana e il cuore della Valpolicella” la famiglia Zenato, proprietaria dell’omonima cantina, nelle antiche terre moreniche sulla sponda veneta del lago di Garda. Vocati al Trebbiano di Lugana e nella tenuta Costalunga in Valpolicella, patria del celebre Amarone Zenato, che ospita i rinomati vitigni Corvina, Rondinella e Oseleta, i vigneti si estendono per 75 ettari nella tenuta Zenato di S. Cristina a San Benedetto di Lugana, e producono vini esportati in oltre 60 paesi del mondo. Vanta 145 anni di storia la Carpenè Malvolti di Conegliano, veneta doc, prima azienda a spumantizzare il Prosecco: con Rosanna Carpenè, quinta generazione della famiglia, oggi è stata ripresa in mano la gestione diretta del mercato italiano e avviata la distribuzione in Germania.
EMILIA ROMAGNA E TOSCANA
In Emilia Romagna, la famiglia Chiarli ha creato e conduce da un secolo e mezzo (una storia iniziata a Modena 152 anni fa nel 1860 dal fondatore Cleto) la Cantina Chiarli,la più importante realtà vitivinicola regionale di Lambrusco, che già nel 2000 produceva oltre 20 milioni di bottiglie di Lambrusco e altri vini emiliani, per metà vendute all’estero.
In Toscana, si dedica alla produzione vinicola nel Chianti Classico da più di seicento anni la famiglia Antinori, l’azienda-immagine dell’eccellenza enologica italiana nel mondo, sinonimo di tradizione, passione e grande intuizione da 26 generazioni. Da Montalcino al Chianti Rufina,da Pomino alle Colline di Firenze, fino alle coste della Maremma Toscana, anche la famiglia Frescobaldi è da 600 anni protagonista della storia del vino toscano, da scoprire in sei tenute.Si ritorna indietro nei secoli, fino al 1100, entrando nel Castello di Brolio, sede della Barone Ricasoli, la più antica azienda vitivinicola italiana e la più grande nel Chianti Classico, a 20 km da Gaiole in Chianti. Alla sua guida Francesco Ricasoli, pronipote di quel Bettino Ricasoli che nel 1872 inventò la formula del Chianti, il vino più famoso al mondo.
Trentaduesimo Barone di Brolio, è erede di un marchio da diversi primati, secondo l’autorevole rivista americana Family Business, al quarto posto assoluto tra le imprese di proprietà familiare più longeve del pianeta e seconda nel settore vitivinicolo. Oggi le coltivazioni si estendono su 250 ettari, vi lavorano 140 persone, da lì i vini partono per tutti i continenti. L’identità più autentica dell’azienda? Si degusta nel Castello di Brolio Chianti classico Gran Riserva, che Wine Spectator ha giudicato tra i 5 migliori al mondo. Nel borgo medievale di Fonterutoli, invece, a un passo da Castellina in Chianti, Filippo e Francesco Mazzei conducono la