I capelli biondo platino le cadono
sulle spalle, un abito sobrio le cinge il corpo minuto; l'aria è angelica e
malinconica. Sul palco del Circolo Magnolia, martedì 6 dicembre, è in scena l'artista
russo-americana Zola Jesus, al secolo Nika Roza Danilova, classe 1989.
Conatus è
il titolo della sua
ultima fatica. Nello “sforzo” di emergere, di uscire finalmente e, meritatamente, alla
luce,
la piccola Nika
riesce nel suo intento. E la performance ne è la conferma. Spiccano successi come Night, solenne e
ancestrale; l’incalzante Hikikomori, e l’oscura e ambigua Vessel, dalle sonorità trip hop.
Certo,
le influenze ci sono e si sentono ancora -Siouxsie Lisa Gerrard e Florence and the Machine, per citarne alcune- ma Zola, libera da eccessivi
goticismi e dal senso di oppressione dei precedenti lavori, penetra con
una vocalità decisa, luminosa e illuminante. Eterea.
Il suo è uno spettacolo che
cresce ed è in divenire: la cantante alza
le mani al cielo, si dimena nervosa a ritmo di luci intermittenti, fino a
buttarsi e immergersi nella folla ormai totalmente rapita e affascinata dalla
carica e dal dinamismo della performer. Con un sottile filo di tristezza.
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