Prima era The Park. Ora si chiama Vun. Come Uno, detto alla milanese maniera, con la “u” tenuta un po' stretta, quasi vi fosse sopra la dieresi. Giusto a rimarcare il saldo legame con la città e ad ambire a un posto di prim'ordine nel panorama gastronomico meneghino. Il ristorante del lussuoso hotel Park Hyatt ha cambiato nome. E ha cambiato pure chef, visto che il posto di Filippo Gozzoli, emigrato nella veronese Villa del Quar, lo ha preso il napoletano Andrea Aprea. Non proprio vun de Milan, ma uno a cui Milano piace molto.
Un'eredità importante per il trentaquattrenne Andrea che, in passato, ha lavorato in british relais siglati da tre stelle Michelin, come The Fat Duck di Heston Blumenthal e The Waterside Inn di Michel Roux, a Bray on Thames (nel Bershire); e che ha lasciato il timone de Il Comandante partenopeo per approdare sotto la Madonnina. In un'oasi gourmet dall'ambiente soffice e spazioso, fatto di comodi divani, di avvolgenti poltrone e di una charmant mise en place. Un salotto nel cuore storico della città, dove pranzare o cenare in ovattato relax, assaporando un menu che va un po' su e pò giù, verso Nord e verso Sud, verso le Alpi e verso il Mare Nostrum. Proponendo piatti eleganti, ritratti raffinati di una tradizione che prende la strada di una rassicurante rivoluzione, capace di dosare estetica e sapore, geometria e giocosità, minimalismo e cromatismo.
Ecco allora la cremosa sfericità di uovo, patate, Bitto e tartufo; la cubicità del sandwich di sgombro, burrata, taccole “morbide e croccanti” e cipolle di Tropea; e la rossa rotondità di una pappa al pomodoro impreziosita dal tocco pulcinelliano di acciughe e provola affumicata. Chiaro retaggio del napoletano vissuto apreaiano. “La mia cucina contemporanea guarda al futuro ma non dimentica mai le sue origini“, ama sottolineare Andrea. Mentre le note di O' sole mio riecheggiano tra mezzi paccheri di patate, polipo, zucchine e pancetta; vibrano nella zuppa d'acqua di mare, fra scorfano, salicornia e insalata di pane; e risuonano dalla farcia dei ravioli, preparata con stufato di spalla di coniglio “alla genovese”, rigorosamente in bianco, come si suole fare ammirando il Vesuvio. Intanto, il vitello alla milanese con peperoni, capperi, uvetta e pinoli guarda il Duomo ma strizza l'occhio alla Sicilia.
Pietanze circolari quelle di Aprea, capaci di equilibrare il sapido e il delicato, la grinta e la leggerezza, raggiungendo la massima levità in una verde delizia come “Il mio orto”, composé di oltre 40 tipi di verdure cotte e crude, erbe gentili e selvatiche, tuberi e germogli. Per i fan del green food. Invece, per gli amanti del dessert, vi sono le creazioni del pâtissier Galileo Reposo. Una su tutte, il biscotto all'olio d'oliva, pistacchio, fragole e cioccolato bianco. Con scagliette di sale a far da contraltare.
Il ristorante Vun è aperto dal lunedì al venerdì dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 19.30 alle 22.30; e il sabato dalle 19.30 alle 22.30. Il menu degustazione ha un costo di 95 Euro (130 Euro con vini in abbinamento).