“L’inferno sono gli altri“, disse il vecchio Sartre. E i primi “altri” che incontriamo al mondo sono quelli della famiglia in cui si vive. Proprio il mini nucleo sociale e la sua endemica crisi sono sempre stati elemento ispiratore di tante sceneggiature: alcuni film della kermesse veneziana di quest’anno si aggiungono al folto elenco. Anzi, la giuria della Laguna è giusto reduce dalla proiezione di Rachel Getting Married, l’ultimo film di Johnatan Demme (Il silenzio degli innocenti).
DA RACHEL A GIOVANNA – La pellicola racconta dei preparativi di matrimonio della giovane Rachel, sconvolti dal ritorno a casa dalla sorella della sposa, fresca di rehab. Diciamo che il tipo di baraonda che si crea è tutt’altro che simpatica e bonaria come molte commedie passate sul grande schermo (Ti presento i miei, per dirna una) ci hanno abituato. Sembra che il film abbia entusiasmato i critici del festival ancora in corso, un po’ come per Il Papà di Giovanna, diretto da Pupi Avati, dove la protagonista è una ragazza che si macchia di un delitto. Verrà rinchiusa in un manicomio (è il 1945, la legge Basaglia ancora lontana) e a starle accanto è appunto solo il papà interpretato da Silvio Orlando, mentre la madre (Francesca Neri) farà una scelta ben diversa. Il legame tra padre e figlia diventerà morboso. Più controverso il giudizio su Un giorno perfetto. Tratto dal romanzo di Melania Mazzucco, il nuovo film corale di Ozpetek incrocia i destini di più persone, tra i quali spiccano Emma e Antonio, separati con due figli e una tragedia dietro l’angolo ad aspettarli.
MATRIMONIO E DINTORNI – A parlare di genitori separati, il primo film a venire in mente è certamente Kramer contro Kramer che ormai compie quasi trent’anni, sebbene le tensioni e le battaglie legali tra “divorziandi” restino amaramente attuali. Da quel 1979 l’evoluzione dei rapporti affettivi e dei costumi è andata avanti ulteriormente, “regalandoci” le famiglie allargate e nuove prospettive da cui guardare il matrimonio. In questo senso, Casomai di D’Alatri non sarebbe stato possibile. Tra gli altri registi italiani che hanno voluto cimentarsi con il tema della famiglia ci sono poi la veterana Cristina Comencini (Il più bel giorno della mia vita), l’esordiente Kim Rossi Stuart con la sua opera prima Anche libero va bene, per non dimenticare poi Gruppo di famiglia in un interno del maestro Luchino Visconti, dove era la famiglia borghese ad essere bersagliata di una lucida e attenta analisi.
IERI, OGGI, DOMANI – Non che gli americani siano da meno. Sempre a Venezia, fuori concorso, è stato presentato The burning plain, dove Charlize Theron deve riallacciare i rapporti burrascosi con la madre Kim Basinger. La stagione appena conclusa poi ci ha portato più di un esempio di affresco familiare dei nostri tempi: da La famiglia Savage a Onora il padre e la madre. Più datati, ma ormai evergreen sono gli stralunati protagonisti di Little Miss Sunshine o I Tenenbaum; mentre in futuro dovrebbe uscire il dramma Fireflies in the garden, con Julia Roberts in un drammone poco amato dalla critica.