BENVENUTI ALL’INFERNO HOUSE – “Are you ready?” grida il vocalist Lele, consapevole del fatto che sì, siamo tutti pronti. Da quando si mette piede all’interno del locale, non è più possibile stare fermi. Una specie di viaggio senza ritorno nella perdizione del ballo. L’Amnesia si presenta con una scenografia di tutto rispetto: proiezioni sulla destra, immagini a metà fra l’inquietante e lo psichedelico, tutto in bianco e nero; a sinistra, dietro la consolle e i cubi, un gioco di luci crepuscolari che ricorda, a prima vista, un intenso tramonto: sembra di essere a Ibiza, col cielo davanti a noi e la musica house nell’aria; più avanti nella serata il rosso acceso, immobile e artificiale, perderà il suo senso romantico, perchè nel buio totale quel colore ci trasporta all’inferno.
FOLLIE HOT E CHIC – Una vera e propria bolgia, quella dell’Amnesia, quando in consolle inizia a suonare la “regina delle notti milanesi”, la fondatrice del tea dance meglio noto come “Les folies de Pigalle” Giusy Consoli. Performance di altissimo livello, non un attimo di respiro, d’altra parte dall’autrice di capolavori del calibro di “Mammagamma” ci si aspetta tantissimo: e non ci si può proprio stancare di ballare quando il ritmo prende il cuore e lo travolge. Giusy con maestria ci trasporta e ci fa dannare, è il caso di dirlo, non siamo dei forsennati, ma semplici amanti di questa musica, di questi battiti, di questa ritmica impetuosa. Prima di lei Claudio Di Rocco, sempre dello staff “Les Folies”, ci aveva deliziato con guizzi improvvisi, lampi elettronici e un sound davvero efficace: si balla dappertutto, anche in coda per gustarsi un buon drink.
DEFINITIVAMENTE DIABOLIKA – Ed ecco infine Paolo Bolognesi e D. Lewis, coadiuvati da Henry Pass; tocca a loro, i resident dj del Diabolika, tenere alto l’onore dei “padroni di casa”. Tutto è coordinato alla perfezione, gli alienanti flash stroboscopici, i battiti ancora una volta fortissimi, i suoni sintetici che danno l’impressione di un freddo polare, ma basta un attimo perchè il cuore dell’Amnesia ritorni a pulsare calore e colore, basta aspettare che la progressione ritmica raggiunga l’apice; le mani, le gambe, le teste si muovono quasi da sole, siamo un tutt’uno con la musica e con il divertimento. Nessun eccesso, alla fine, nonostante la prepotente voglia di esagerare. Vivere la serata Diabolika vuol dire dannarsi l’anima dal primo all’ultimo secondo di permanenza nel locale, sapendo che ci sono dei limiti, e che all’interno di essi ci si può concedere qualche piccola follia. Ed alla fine, ci si accorge che non si può davvero restare fermi quando la musica arriva al cuore: perchè al cuore, si sa, non si comanda.
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