7th

Dicembre

Vinili sotto l’albero

Per capire di che pasta è fatto il dj che hai di fronte, per rompere il ghiaccio, o semplicemente per chiudere una bella conversazione chiedi: quale disco consiglieresti? Abbiamo raccolto i suggerimenti e ne viene fuori una sfaccettata discoteca ideale, divisa per l’attitudine dei commentatori, da scoprire magari attraverso i solchi di un vinile.

CLASSIC – Si parte con i dj conosciuti e storici, che fanno ballare sul dancefloor da tempo immemore. Veterani del club che non perdono il piglio innovativo. Fargetta propone come apertura lo svedese Eric Prydz, di cui apprezza soprattutto Pjanoo (2008) proseguendo con le produzioni di Frankie Knucles, noto anche come il padrino della house music. Altro giro con Francesco Farfa che non abbandonerebbe mai la sua copia di Space Rock (1977) dei Rockets, band francese di synth pop ed elettronica ricorda anche per le mise argentee sfoggiate durante le esibizioni. Mentre Ricky Montanari cita la voce di Fonda Rae nel Mood II Swing NY mix di Living in Ecstasy (1996).

HYPE – Relativamente giovani, noti grazie a collaborazioni ed eventi extracurricolari, questi dj stanno portando sempre più persone in pista con commistioni di stile. Boosta, nato musicista ma da sempre in modalità elettronica, anima diverse serate tra cui un’ospitata la mese nel mercoledì dei Magazzini Generali. Tra i suoi dischi c’è un best of di Burt Bacharach e le produzioni di Popof, remixer francese da non confondersi con la filastrocca dello Zecchino d’oro. Ecco un nome che è impossibile sbagliare: Stefano Fontana o Stylophonic, a seconda dei gusti. Il dj consiglia un Josh Wink di Superfreak (Freak) e gli Orbital d’annata di Chime.

ALT INDIE – Dalla rilevanza nazionale passiamo alla nicchia milanese, dove i dj si invetano serate per movimentare la città un po’ troppo addormentata. Tra questi ci sono Cristian Croce, uno dei proprietari di Serendeepity concept store dove i dischi sono parte importante. Un disco che non può mancare in una qualsiasi raccolta è Sign ‘o the Time di Prince. Vicino stilisticamente e anche di negozio è Skip, militante di Supa Disco e di Club Silencio. I dischi degni di nota appartengono all’immaginario originale della disco. Sugar Hill gang, Frankie Smith, Larry Levan, Dr Buzzard’s e James Brown.

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