21st

Gennaio

Andrew Zuckerman

E’ un meraviglioso zoo grafico quello che il fotografo newyorkese Andrew Zuckerman ha portato a Milano, ospite del Forma Centro Internazionale di Fotografia. Creature è una pregevole raccolta di una quarantina di stampe, frutto di cinque anni di lavoro, che ritraggono a pieni colori animali dell’intero globo. Visibili finalmente senza sbarre.


Gli animali sono qualcosa di sempre meno reale, persino di raro per chi vive in città. Ha a che fare con la scelta di un newyorkese metropolitano come lei di farne il soggetto di un lavoro monografico?
“Effettivamente quello che m’interessava era in qualche modo ridefinire il rapporto con gli animali. Infatti non mi interessano in assoluto, anzi a dire il vero molti degli animali che ho fotografato mi fanno più che altro paura. Ma mi sembrava che il rapporto tra uomo e animale andasse in qualche modo approfondito e per questo ho deciso di ritrarli per una volta da soli, su fondo bianco, totali padroni dell’attenzione dello spettatore.”


C’è insomma un risvolto nell’umanità di questi animali che dovrebbe riportare in una certa misura alla bestialità umana?
“In un certo senso l’idea è proprio quella di attirare l’attenzione non solo sugli animali, ma sul nostro modo di vederli. La stessa disposizione delle fotografie della mostra non è fatta per privilegiare il punto di vista di chi le guarda, ma seguono l’altezza da cui ci vedrebbero gli animali.”


Come se fossero le foto a guardarci?
“Diciamola così, c’è un piccolo trucco che ogni fotografo conosce: quando si ritrae un bambino il punto di vista dell’adulto raramente ci permette di fare buoni scatti, bisogna abbassarsi alla loro dimensione. Ecco che allora si può sperare in un buon risultato. Lo stesso è accaduto per me con le Creature.”


Questa inversione di prospettiva è un lavoro a sé, o fa parte di un percorso più articolato?
“No, ho recentemente  girato un film che può dare un’altra idea del mio lavoro. Il soggetto è una teca con delle formiche in cui la temperatura si alza e i piccoli animali muoiono. Tutto ciò ci sembra inevitabilmente così crudele. Eppure ogni volta che usciamo di casa in estate per un innocua passeggiata uccidiamo almeno venti formiche. E nemmeno ce ne accorgiamo.”


Certo però è che in una città come Milano da sempre attenta al design, lavori come queste non possono passare inosservate anche nella loro natura di opere di pura arte grafica. Dopotutto non si era mai visto un leone così pettinato, persino un po’ glam…
“Gran parte del merito è da attribuire a macchine che ormai sfiorano la risoluzione del medio formato. E poi determinante è il lavoro con la luce e una certa pazienza con il soggetto. Non guasta anche un po’ di accortezza: è bello fotografare gli animali alla loro altezza, ma è sempre meglio non farsi vedere troppo sottomessi da un leone…”

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