15th

Marzo

Tu ed io, noi mai (Tenderlandia)

Come l’ambiguo re afferma: “Ciò che è interessante sono le domande, non le risposte, poichè le risposte sono vestite mentre le domande sono nude. Perciò, se proprio vuoi cercare di capire gli uomini, ascolta le loro domande, non le loro risposte.”

SCOPRIRE IL DIVERSO – Il giovane principe Cecilio (Giulio Brando) è alle prese con l’aitante maestro d’armi Bertazio (Geremia Castro). Due mondi contrapposti, due espressività distanti: il primo, effemminato e dolcemente fragile, l’altro, mascolino, rude e impavido. L’incontro scontro si trasformerà presto nella scoperta dell’ignoto, nella perlustrazione di una realtà dell’io che non si vuole accettare, che, forse, si conosce, da anni, pur camuffandola fra facciate e maschere imposte dalla società.

L’ANIMA BUONA DI CLOTILDE – Sarà una donna, un’anima disincantata e attenta (la Clotilde interpretata dalla brava Beatrice Gregorini) a guidare i due giovani verso l’inedito percorso che li porterà a vivere davvero la loro diversità: ciò che si è, ciascuno a suo modo, con le proprie puculiarità, il proprio sentire, il proprio essere. Solo allora ciò che è unico e distintivo diverrà onestà intellettuale, norma, coerenza, all’insegna di una ritrovata coscienza.

IL RE DELL’AMBIGUO – Sullo sfondo appare e scompare il re (Saverio Vallone) consapevole di essere “un Io .. che più Io non si può”: gioca a vestire di orpelli la propria realtà pisocologica, osserva ma non vede, tuttavia sa e accetterà il predominio del cuore sulla razionalità, sulla’apparenza e sul potere. Parlare di omosessualità richiede ripsetto, grazia, leggerezza, essenzialità. Inutile creare tragedie dell’inconscio, farse volgari, intrecci troppo elaborati. Tu ed io, mai noi, in scena al Teatro delle Erbe fino al 18 marzo, gioca con più registri fra commedia degli equivoci, dramma d’amore, fra Goldoni, clichet e canovacci da Commedia dell’Arte e mimica alla Dario Fo. L’abile regista Luciano Capponi intesse magistralmente cinema, teatro, danze eroiche ed erotiche, lazzi, ambiguità, travestimenti in un clima suggestivo e intenso. Ora è possibile non solo vedere, ma anche guardare.

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