16th

Maggio

Avengers: Infinity War

Al cinema il kolossal che spiazza un intero universo. Anche di fan

«Non siamo pronti per un film del genere». Furono queste le prime parole pronunciate da un mio amico super-appassionato quando gli chiesi un parere su Avengers: Infinity War, ultimo film dei Marvel Studios sulla saga di supereori più conosciuta al mondo, oggi nelle sale. Subito pensai a un’esagerazione colossale, il canonico giudizio che darebbe un qualsiasi fan sfegatato della serie. Quando poi, due sere dopo, andai anche io a vedere il film, ripensai alle sue parole. Aveva ragione. E ha ragione ancora oggi, a due settimane di distanza, a mente lucida, senza l’assuefazione da spettacolarità che ci affligge ogni volta appena usciti dalla sala.

Gli Avengers in una scena del film

 

INFINITY WAR: IL BLOCKBUSTER D’ECCELLENZA

Non solo grandi numeri: un cast da record di 44 personaggi dell’Universo Marvel, un miliardo di dollari spesi per la realizzazione, 1.5 miliardi di ricavi in tutto il mondo. Avengers: Infinity War si aggiudica il primo posto come il più strabiliante film ad alto budget mai realizzato (almeno fino a oggi). Sì, perché questo kolossal stravolge completamente i canoni della narrazione classica, ribalta lo schema-tipo del viaggio del (super) eroe, mette in discussione la morale del bene e del male a cui siamo abituati. Elementi che avremmo reputati meno anomali in un film sperimentale, non certo in una pellicola destinata al grande pubblico come questa, che punta al maggior numero di incassi e con un fandom di dimensioni tutt’altro che modeste. Per questo motivo, quando si proverà a dare un giudizio finale e concreto al lungometraggio, non si riuscirà.

Effetti speciali da 30 e lode, colonna sonora magistrale, fotografia impeccabile. Ma in conclusione, si rimane sospesi in quello che non è altro che il limbo del giudizio emotivo. Non si sa se essere arrabbiati o sorpresi, se meravigliati o sconvolti. O forse tutte le cose insieme.

Tony Stark, aka Ironman, in una scena del film su Titano.

 

IL NUOVO CHE STRAVOLGE IL VECCHIO

Da quando Iroman – geniale inventore miliardario, guida degli Avengers – diede il via alla saga, nel 2012, ci siamo sempre trovati davanti a film ricchi di azione, emozioni e divertimento. I registi e gli sceneggiatori che si sono susseguiti, hanno sempre saputo mescolare questi elementi nella giusta quantità e con il giusto ritmo.
Nel “più ambizioso cross-over mai realizzato” – così definito dai fan – i personaggi che prendono parte all’azione sono tra i più disparati: alcuni fanno ritorno puntualmente in ogni film (Hulk, Spiderman e il dio Thor), altri invece fanno la loro comparsa sul grande schermo per la prima volta.

Uno di questi è Thanos, l’antagonista di questo episodio. Il Titano Pazzo rappresenta il punto di convergenza di tutto l’Universo Marvel rappresentato fino a ora. È il villain migliore di sempre, forse il migliore mai realizzato in un superhero movie. Thanos racchiude dentro di sé la malvagità dell’intero universo, ma anche tutta la sua fragilità e umanità. Anche in questo caso, se vi troverete di fronte allo schermo, non saprete che giudizio dare a una personalità del genere, che si evolve durante tutta la narrazione e che vi farà dubitare, in alcuni momenti, di tutto l’odio che normalmente l’audiance prova verso il cattivo di turno.

 

Thanos, il Titano Pazzo antagonista di Infinity War, compare per la prima volta sul grande schermo.

 

In conclusione, Avengers: Infinity War è un nuovo punto di partenza, più che il capolinea. È sicuramente un film da apprezzare dal lato tecnico. Il senso di tutti quegli episodi scioccanti che costituiscono la trama, beh, quelli sì, faccio ancora fatica a inquadrarli. Forse Infinity War può davvero rappresentare un punto di svolta per l’evoluzione di un universo narrativo imponente come quello creato dalla Marvel, che ha appassionato migliaia di spettatori e che continua a vivere anche grazie alla loro devozione. 

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