8th

Settembre

Un Manifesto musicale

L’industria discografica sta cambiando, ma grazie ad Internet la musica indipendente acquista più visibilità. Tuttavia, c’è un marchio che dal 1995 arricchisce il catalogo musicale con proposte di qualità. E’ il Manifesto cd, il brand dell’omonimo quotidiano fondato nel 1971: “Continuiamo a tutelare un certo tipo di musica ed artisti – esordisce Michela Gesualdo del Manifesto – che rischiano di finire nel dimenticatoio, a volte per  distrazione o disattenzione da parte dell’industria tradizionale”.

MANIFESTO DELLA MUSICA
– Nello sterminato catalogo si spazia da Roberto Ciotti a Daniele Sepe. Il packaging è curato nei particolari, sempre con un libretto che accompagna le canzoni: è come se la voce di “un cantastorie” accompagnasse l’ascoltatore in una visita guidata musicale, senza lasciargli sfuggire i particolari. “Ci siamo sempre contraddistinti per il prezzo, fin dall’inizio. E poi le nostre soddisfazioni ce le siamo prese, con riconoscimenti a manifestazioni come il premio Tenco”, replica con orgoglio la Gesualdo. Così il rock, il jazz o checchessia diventano graffianti, sono suoni che si muovono in piena autonomia di stile e contenuto: c’è l’unghiata musicale degli anni di piombo suonati da Daniele Sepe und Rote Jazz Fraktion in Suonarne 1 per educarne 100; il viaggio sociale e senza infrazioni di Têtes de Bois in Avanti Pop; la coralità di memorie musicali degli Ardecore in Chimera; le cavalcate mimetizzate di Riccardo Tesi in Presente remoto; il blues crepuscolare di Roberto Ciotti tra i fremiti di Behind the Door e il brusio western di Walking.

DAL CD AL WEB
– E pensare che tutto questo è iniziato tredici anni fa quasi per uno scherzo degli dei: una grande major gira al Manifesto un progetto musicale per centrare di più il target di quella musica. Dopo 35.000 copie vendute in poco tempo, come fai a far finta di niente? “Abbiamo vinto una scommessa – conclude la responsabile di Manifesto Cd – I nostri artisti ricevono libertà assoluta, un compenso e un prezzo di vendita equi, la possibilità di arrivare alle orecchie della gente”. E adesso che c’è il web? A breve sarà on line un sito dove si potranno acquistare in rete i brani, fondendo così tre concetti: qualità, indipendenza musicale, nuove tecnologie. 

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