8th

Settembre

Venezia: vincitori e vinti

Tra i palazzi e le vie del Lido il suo nome riecheggiava da giorni, e i pronostici non sono stati disattesi: il regista coreano Kim Ki-Duk ha vinto il Leone d'Oro con il mistico e tragico Pietà alla 69esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Leone d'Argento al disarmante The Master di Paul Thomas Anderson e Coppa Volpi ex aequo ai suoi convincenti interpreti, Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix.

VIOLENZA E SPIRITUALIT
À – Ki-Duk ha conquistato la giuria presieduta da Michael Mann con Pietà, un dramma che intreccia storie di usura e di rapporti familiari. Ma per molti il vero trionfo è stato quello di Paul Thomas Anderson, autore di The Master. Il film, decisamente chiacchierato ancor prima di approdare in Laguna e premiato con il Leone d'Argento, racconta il rapporto controverso tra il reduce di guerra Freddie Quell (un intenso e tormentato Joaquin Phoenix) e il guru Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), leader di una setta soprannominata La Causa. Un legame complesso e morboso, reso in maniera straordinaria dai due protagonisti, che si dividono la Coppa Volpi come Miglior interpretazione maschile. Il Premio Speciale della giuria è andato al discusso Paradise: Faith, secondo capitolo della trilogia firmata dall'austriaco Ulrich Seidl.

LARGO AI GIOVANI – La migliore interpretazione femminile è quella dell'israeliana Hadas Yaron, che in Fill the Void di Rama Burshtein deve rinunciare alle imminenti nozze dopo l'improvvisa scomparsa della sorella maggiore. L'Italia, praticamente a mani vuote se si esclude il Premio alla fotografia per
È stato il figlio di Daniele Ciprì, esulta con Fabrizio Falco, cui va il Premio Mastroianni come Miglior attore emergente. Il giovane siciliano, schivo e sorridente durante la presentazione al Festival, ha convinto grazie a due ruoli: quello del primogenito di Toni Servillo nel dramma tragicomico e grottesco di Ciprì e quello di un ragazzo disturbato in Bella Addormentata di Marco Bellocchio, anch'esso in concorso. Una speranza per il nostro cinema che, pur giocando in casa, non riesce ancora a trionfare? 

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